Licenziamento De Aangelis: il 1° ottobre 2012, udienza d'Appello
Nuovo appuntamento a Roma per l'Appello delle FS contro la reintegra del macchinista Dante De Angelis
Roma, 28 settembre 2012 - Si svolgerà lunedì prossimo primo ottobre, l'udienza d'Appello nella vertenza per il licenziamento di Dante. Dopo due rinvii ed alcune udienze il procedimento è arrivato probabilmente alla fase decisiva.
PER TESTIMONIARE VICINANZA E SOLIDARIETA': Appuntamento alla Stazione Termini, 8,30 binario 1 - Udienza ore 9,30 presso Corte d'Appello di Roma, Via R. Romei angolo Via V. Varisco (come ci si arriva?)
Trenitalia presenta ricorso e poi chiede 'abiura' per ritirarlo. Presenta istanza di anticipo udienza invocando il rispetto dei 'Diritti dell'Uomo'.
De Angelis: " Sono disponibile e interessato a trattare ma nessuna ritrattazione, solo dichiarazione veritiera".
Si terrà lunedì 2 luglio 2012 alle ore 9,30 l'udienza conclusiva sul ricorso presentato da Trenitalia, presso la Corte d'Appello di Roma, contro la sentenza del Tribunale di Roma che il 26 ottobre 2009 ha reintegrato il 'nostro' macchinista Dante De Angelis al suo posto di lavoro, dopo il clamoroso licenziamento di ferragosto del 2008, relatrice la dott.ssa Donatella Casablanca. Come si ricorderà il provvedimento era stato motivato dalle dichiarazioni che egli aveva rilasciato a seguito dei ripetuti incidenti accaduti ai treni Eurostar in quel periodo. Secondo l'azienda gli allarmi lanciati risultavano non veritieri e dannosi per la sua immagine. L'udienza di lunedì prossimo, inizialmente prevista per il 6 febbraio scorso e poi rinviata al 25 febbraio 2013 per l'eccezionale nevicata verificatasi a Roma, è stata anticipata su istanza dell'azienda che è arrivata addirittura ad invocare, per questo, la Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo.
UN LICENZIAMENTO SIMBOLICO - Questo di De Angelis è un licenziamento che ha assunto un rilievo simbolico enorme sia per la sicurezza sul lavoro ed il ruolo degli RLS che per la libertà di espressione dei lavoratori; per questo riguarda tutti i cittadini interessati alla sicurezza ferroviaria, i viaggiatori, utenti del trasporto ferroviario e il mondo dell'informazione. Dietro le luci e i lustrini dei treni di lusso e delle pubblicità accattivanti, le Fs - nel silenzio sindacale - stanno attuando una svolta autoritaria nei rapporti con i dipendenti che va molto al di la della normale necessità di garantire il buon funzinamento del servizio e che trae forza dal clima reazionario presente nel Paese, a comincciare da quanto avvenuto alla Fiat. Una sorta di tirannia ferroviaria che conoscono molto bene anche i milioni di pendolari che quotidianamente soffrono delle scelte sbagliate ed antipopolari dell'attuale dirigenza. La legge e la magistratura sono ad oggi, purtroppo, l'unico argine alla deriva 'anticostituzionale' in atto.
PER LE FS LA COSTITUZIONE E' RELATIVA – Nella prima udienza davanti alla Corte d'Appello tenutasi il 21 novembre 2011 si è svolta la discussione sul merito della vicenda: Trenitalia, sostene la tesi – estremamente pericolosa per le libertà civili – che le libertà di critica e di pensiero riconosciuti dall'art. 21 della Costituzione devono intendersi attenuati per i lavoratori dipendenti in ragione del cosiddetto obbligo di fedeltà all'azienda previsto dal Codice Civile. Seguendo questo ragionamento hanno chiesto l'annullamento della sentenza di primo grado emessa dal Giudice del lavoro di Roma, Dario Conte il quale aveva invece riconosciuto il diritto del lavoratore (come di chiunque altro) alla libertà di critica in presenza delle tre condizioni previste da una giurisprudenza ormai consolidata: la veridicità dei contenuti, la cosiddetta continenza verbale, ovvero l'uso di termini non offensivi o lesivi della dignità altrui e l'interesse generale ai temi oggetto della critica. Ovviamente le tre condizioni, nel nostro caso c'erano tutte: incidenti ferroviari effettivamente avvenuti (e ripetutisi anche successivamente), segnalati e resi pubblici utilizzando frasi prive di qualsivoglia valore offensivo, che riguardano l'incolumità pubblica e la sicurezza della circolazione ferroviaria. Il tutto rafforzato dal diritto/dovere di un Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza ad intervenire sui temi della prevenzione. Il Prof. Piergiovanni Alleva e l'Avv. Pierluigi Panici, difensori di De Angelis, hanno ampiamente criticato l'impostazione, per alcuni versi anche aggressiva dei legali di Trenitalia, con una vera e propria 'lezione' sulle libertà fondamentali dei lavoratori quali cittadini a tutti gli effetti e sulla prevalenza dei valori costituzionali 'anche' nei luoghi di lavoro. L'art. 1 della legge 300, meglio conosciuta come Statuto dei lavorator,i non lascia dubbi: la Carta Costituzionale accampagna i lavoratori anche nelle fabbriche e, come nel nostro caso, sui treni, nei depositi e nelle cabine di guida.
PER LA CONCILIAZIONE LE FS CHIEDONO 'L'ABIURA' – La Corte d'Appello al termine della discussione del 21 novembre aveva ritualmente invitato le parti a trovare un'accordo bonario per la composizione della vertenza, in assenza del quale si sarebbe pronunciata con sentenza di accoglimento o meno del ricorso. I legali di Trenitalia ripescando una loro vecchia proposta transattiva hanno offerto il 'ritiro del ricorso' in cambio – oltre che dell'accettazione di dieci giorni di sospensione disciplinare - di una dichiarazione stilata dall'azienda con la quale De Angelis avrebbe dovuto ritrattare tutte le sue affermazioni in merito ai guasti ed agli incidenti. Una sorta di vera e propria 'abiura' di quelle che ricordano i tempi bui dell'inquisizione finalizzata più alla pubblica umiliazione che al recupero dell'immagine aziendale.
TRANSAZIONE SI MA NO BUGIE E UMILIAZIONE - “Sono disponibile e interessato ad una transazione che ponga fine a questo stato di tensione ma non a dire bugie su quegli incidenti e nascondere la verità sulle loro cause, peraltro accertate dall'ANSF e dal Ministero dei trasporti che hanno imposto interventi risolutivi; per questo ho inviato una 'mia' dichiarazione e – pur di chiudere questo procedimento - comunicato anche la disponibilità ad accettare fino ad un giorno di sospensione”. Con queste parole, che condividiamo, De Angelis ha commentato l'offerta aziendale tanto che l'udienza del 2 luglio potrebbe chiudersi con un mancato accordo e quindi la decisione sul merito del ricorso, oppure con una transazione convalidata dalla stessa Corte. Nessuno di noi potrebbe accettare questa sorta di 'abiura' e di pubblica umiliazione poiché finalizzata a negare la realtà dei numerosi incidenti accaduti ma soprattutto ad umiliare il nostro compagno di lavoro e tutti quelli che si battono per la sicurezza.
SPEZZAMENTI FRECCIAROSSA E PORTE KILLER – Come si ricorderà all'origine della vicenda vi furono i numerosi incidenti ai treni eurostar, rotture meccaniche ai pendolini e spezzamenti dei frecciarossa, avvenuti anche successivamente a quello oggetto delle dichiarazioni che hanno causato il licenziamento di De Angelis. E' incredibile la tenacia – ai limiti dell'insolenza – con la quale Trenitalia e lo stesso ad, Mauro Moretti, dopo aver riconosciuto un difetto strutturale nel progetto degli etr 500 ed aver affermato che non sarebbe mai potuto accadere ai treni in corsa durante il servizio commerciale con i viaggiatori a bordo, di fronte ad un ulteriore 'spezzamento' avvenuto ad Anagni, sulla linea av Napoli Roma, il 25 gennaio 2009, ad alle indagini del Ministero e dell'ANSF, insistano ancora oggi nel negare l'evidenza della inadeguata manutenzione e progettazione. Se invece di licenziare De Angelis avessero affrontato subito i problemi evidenziati alcuni incidenti certamente non sarebbero avvenuti.
STRATEGIA E INTIMIDAZIONI – E' ovvio che questa sorta di 'persecuzione' disciplinare nei confronti di Dante De Angelis – che in questi mesi è stato bombardato da sanzioni disciplinari e vessazioni d'ogni tipo, fino ad arrivare al trasferimento punitivo dei giorni scorsi – appare come un disegno pianificato, una strategia tesa da una parte a fiaccare la resistenza del singolo lavoratore, dall'altra ad intimidire, con la minaccia del licenziamento, tutti gli altri affinché 'si guardino bene' da comportamenti non graditi all'azienda.
ARTICOLO 18, DIGNITA', DIRITTI E SICUREZZA – Anche se questo procedimento giudiziario si terrà con le regole dell'art. 18 originario il clima nel mondo del lavoro a seguito della riforma è sensibilmente peggiorato. Lo scellerato voto dei parlamentari che, nell'ambito della cosiddetta riforma del lavoro, hanno approvato la modifica di questa norma, ha prodotto un effetto devastante per le dinamiche interne a ciascun luogo di lavoro: sarà sempre più difficile difendere e migliorare le proprie condizioni di lavoro, far rispettare le regole contrattuali e finanche quelle sulla sicurezza. La facoltà di licenziare più facilmente e di non sottostare all'obbligo di reintegra anche nei casi di licenziamenti ingiustificati ecciterà i datori di lavoro in tutti i casi in cui un lavoratore o meglio un rappresentante sindacale possano anche solo 'dar fastidio'. Viene meno un presidio di giustizia sociale che dovremo ripristinare al più presto battendoci fin d'ora per abrogare nella prossima legislatura questa 'controriforma' del lavoro.
29 giugno 2012
-----oo0oo-----
IL TESTO DELL'ABIURA RICHIESTA DA TRENITALIA
BOZZA DICHIARAZIONE CHE SI CHIEDE VENGA RILASCIATA DAL SIG. DE ANGELIS
In merito al contenzioso da me promosso nei confronti della società, relativo al provvedimento adottato nei miei confronti a seguito delle dichiarazioni da me rese all’Agenzia di stampa Adnkronos in data 18 luglio 2008 a seguito di quanto accaduto durante le operazioni preliminari di controllo e di predisposizione dell’Eurostar 9427 Milano-Roma, gli elementi di conoscenza più precisi che successivamente sono emersi, e che ho avuto modo di acquisire e condividere, mi consentono di precisare oggi quanto segue.
Devo anzitutto riconoscere che l’inchiesta tecnica effettuata sull’episodio ha escluso carenze manutentive, o usura dei materiali, ed ha consentito di ribadire che nell’evento non è stata messa a rischio né l’incolumità dei lavoratori, né si sarebbe potuta potenzialmente mettere a rischio l’incolumità dei passeggeri.
Tale tesi ha successivamente trovato conferma nella pronuncia in data 20 novembre 2008 del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Milano che, accogliendola richiesta avanzata dal Pubblico Ministero, ha disposto l’archiviazione del procedimento penale avviato in relazione agli stessi fatti dichiarando che:“il reato contestato si ritiene concretizzato con il verificarsi del pericolo cui la propria azione od omissione è diretta. Nella specie, l’evento ipotizzato, non risulta essersi verificato”.
Le dichiarazioni che ho rilasciato nell’immediatezza del fatto erano ovviamente fondate sugli scarsi elementi di conoscenza che avevo in quei momenti.
Quanto è stato da me successivamente acquisito mi permette oggi di asserire che le mie valutazioni relative allo stato di manutenzione ed usura dei materiali rotabili, riferite in particolare all’evento del 14 luglio u.s., erano errate.
Voglio confermare di non aver mai messo in discussione lo stato di sicurezza delle Ferrovie Italiane. Ho invece rappresentato l’esigenza di tenere alta la vigilanza che l’Azienda quotidianamente persegue anche attraverso la collaborazione e l’esperienza dei lavoratori, con risultati di cui, per primi, i dipendenti vanno fieri.
Devo riconoscere altresì che, relativamente all’episodio verificatosi, l’Azienda si è adoperata in questo lasso di tempo trascorso dall’evento per neutralizzare anche eventuali errori degli operatori comunicando correttivi tecnologici alle imprese fornitrici.
Va infine dato atto alla società che ha colto l’opportunità di quanto avvenuto per rafforzare e migliorare il rapporto con le Organizzazioni Sindacali ed i Rappresentati della Sicurezza dei Lavoratori, che possono fornire un importante contributo al mantenimento dei livelli di eccellenza nella sicurezza delle ferrovie italiane.
QUESTA E' LA DICHIARAZIONE CHE DE ANGELIS E' DISPONIBILE A RENDERE PUBBLICA
1) In merito al contenzioso in atto, relativo all’impugnazione della sentenza del Tribunale di Roma del 26 ottobre 2009, riguardante provvedimento disciplinare di licenziamento adottato nei miei confronti e motivato dalle dichiarazioni da me rese all’Agenzia di stampa Adnkronos in data 18 luglio 2008, a seguito di quanto accaduto durante le operazioni preliminari di controllo e di predisposizione dell’ Eurostar 9427 Milano-Roma, gli elementi di conoscenza più precisi che successivamente sono emersi, e che ho avuto modo di acquisire e condividere, mi consentono di precisare oggi quanto segue.
2) Le dichiarazioni che ho rilasciato nell’immediatezza del fatto erano ovviamente fondate sugli elementi di conoscenza che avevo in quel momento.
3) Ho rappresentato l’esigenza di tenere alta la vigilanza che l’ Azienda quotidianamente persegue anche attraverso la collaborazione e l’esperienza dei lavoratori.
4) In data 20 novembre 2008 il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Milano, accogliendo la richiesta avanzata dal Pubblico Ministero, ha disposto l’archiviazione del procedimento penale avviato in relazione agli stessi fatti del 14 luglio 2008 dichiarando che: “il reato contestato si ritiene concretizzato con il verificarsi del pericolo cui la propria azione od omissione è diretta. Nella specie, l’ evento ipotizzato, non risulta essersi verificato”.
5) Devo riconoscere altresì che, sia relativamente all’episodio verificatosi, il 14 luglio 2008 che a quelli successivi, del 22 luglio 2008 e 25 gennaio 2009, l’Azienda, si è adoperata in questo lasso di tempo per ovviare a tali inconvenienti, adeguando gli organi di aggancio e neutralizzando anche eventuali errori degli operatori, comunicando correttivi tecnologici alle imprese fornitrici, secondo le indicazioni e le raccomandazioni dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria ANSF e dell’Organismo investigativo istituito presso il Ministero dei Trasporti.
6) La vicenda conferma l’opportunità e l’utilità di rafforzare e migliorare il rapporto tra l’azienda e le Organizzazioni Sindacali ed i Rappresentati della Sicurezza dei Lavoratori, che possono fornire un importante contributo al mantenimento dei livelli di eccellenza nella sicurezza delle ferrovie italiane; ciò nel comune interesse dell’ azienda e dei lavoratori stessi.
APPUNTAMENTO PER TESTIMONIARE VICINANZA E SOLIDARIETA'
Lunedì 2 luglio 2012 - ore 9,30 presso Corte d'Appello di Roma, Via R. Romei angolo Via V. Varisco. Per chi viene dalla Stazione Termini, appuntamento alle 8,30 al binario 1.
COME SI ARRIVA ALLA CORTE D'APPELLO - Per raggiungere il Tibunale: dalla Stazione Termini, metro A fino Ottaviano, poi autobus per Piazzale Clodio e a piedi per 50 metri. Autobus linea 32 o 271 per 3 fermate fino V.LE ANGELICO/DARDANELLI, poi a piedi per 300 metri fino Piazzale Clodio, Palazzo di Giustizia. Entrare dal controllo metal detector obbligatorio, attraversare l'area del Tribunale penale; la Corte d'Appello si trova alle sue spalle in un palazzo a pianta tonda visibile nella foto.