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Sit-in al Parlamento per la sicurezza

da "il Manifesto" del 22 gennaio '09


Sit-in in Parlamento per la sicurezza. E domani lo stop: «riassumete Dante»

«No allo smantellamento del trasporto ferroviario, no al macchinista solo», «Crevalcore, 7 gennaio 2005. Mai più», «Giù le mani dal diritto di sciopero».

E ancora: cartelli a forma di bara appesi al collo, ognuno col nome di uno o più macchinisti o capitreno deceduti negli ultimi anni per incidenti sul lavoro o per disastri ferroviari. Mancavano, come ci ricordavano ieri in piazza i ferrovieri, i nomi dei viaggiatori deceduti. Date precise per ribadire che con la sicurezza di chi viaggia e lavora in treno non si scherza. E che non si può licenziare un delegato alla sicurezza come Dante De Angelis solo perché ha fatto il proprio dovere, denunciando alcuni gravi incidenti accaduti agli Eurostar poco tempo prima. Erano circa in 200 ieri - tra cui Ezio Gallori, storico leader dei macchinisti, ora in pensione, e lo stesso De Angelis (che proprio in questi giorni ha ricevuto da Fs la richiesta di ritrattazione pubblica come pregiudiziale per la revoca del licenziamento; richiesta respinta al mittente dell'assemblea nazionale dei ferrovieri) - i partecipanti al sit-in davanti al Parlamento per ribadire le ragioni dello sciopero (23 gennaio, dalle 9.00 alle 17.00, con garanzia dei servizi minimi), e per chiedere la riassunzione di Dante Angelis senza se e senza ma. Perché «la tecnologia non basta senza il controllo umano», come ripetevano alternandosi al megafono. Sono circa 3.300 le firme finora raccolte da una Lettera-appello contro l'«agente solo» - l'eliminazione del secondo macchinista, obiettivo prioritario dell'amministratore delegato Mauro Moretti - sottoscritta dai macchinisti e indirizzata a Presidente della Repubblica, istituzioni e stampa. «Questa tecnologia non è ancora conforme alle leggi (mancanza di soccorso in caso di malore, etc.)», si legge, «si tratterebbe di una riduzione di sicurezza per noi e i viaggiatori, che porterebbe a più disservizi e forse anche a più tragedie, vedi Crevalcore, dove la nuova tecnologia e un solo macchinista hanno causato 17 morti; su questo, ricordiamo, sono stati rinviati a giudizio molti dirigenti delle ferrovie». Ma l'attacco sferrato dalle Fs - ricordava in piazza Gallori, si fa più violento è generalizzato e riguarda, oltre alla sicurezza, i diritti, la dignità e il rispetto di tutti i lavoratori. «Questo sciopero s'ha da proprio fare». Alla fine del sit-in una delegazione di ferrovieri è stata ricevuta dalla commissione lavori e trasporto dell'Idv.

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