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Licenziato un anno fa Dante De Angelis

Un anno fa, il macchinista-RLS Dante De Angelis veniva licenziato dalle ferrovie.

Invitiamo a rivolgere a Dante un pensiero e, magari, scriverlo sul nostro blog.
Ricordiamo che è sempre attiva la petizione a favore di Dante per richiederne il reintegro.
I documenti relativi all'ingiusto licenziamento li trovate nell'apposita pagina web del nostro sito.
Di seguito vi proponiamo l'articolo che Dante ha scritto per "il manifesto" del 15 agosto 2009.


"Così Trenitalia attacca la sicurezza"

È passato giusto un anno dal mio licenziamento, avvenuto a ferragosto dell'anno scorso per aver reso noto all'opinione pubblica alcuni incidenti ai treni. Oggi, sgomento e indignato per i morti di Viareggio e gli altri incidenti e infortuni avvenuti in questi mesi, mentre aspetto con relativa serenità il pronunciamento del giudice del Lavoro, che avverrà il 26 ottobre prossimo, sento il dovere di rendere pubblico il violento attacco che stanno subendo altri miei compagni di lavoro che si occupano di sicurezza all'interno di Trenitalia.
L'azienda sembra aver messo in atto una vera e propria strategia di intimidazione nei confronti di molti dei più attivi Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza mediante diffide, sanzioni e minacce di licenziamento; efficace al punto da sembrare progettata a tavolino da specialisti della materia. Tanto che alcuni di loro, per questo, hanno lasciato l'attività.
L'ultimo episodio, gravissimo, il 6 agosto scorso, nei confronti di Filippo Cufari, di Livorno, macchinista anche lui, e curatore del prezioso sito, www.macchinistisicuri.info, «reo», secondo i dirigenti di Trenitalia Francesco Cioffi e Rosita Mele, di aver evidenziato la riduzione di sicurezza conseguente all'utilizzo del «macchinista solo» e denunciato pressioni e minacce subite dai singoli lavoratori.
Roberto Santi, Rls, macchinista di Bologna, è stato indotto alle dimissioni dopo aver subito una serie di attacchi personali: è stato distolto senza ragione, dopo 25 anni, dalla guida degli Etr, è stato prima diffidato con minaccia di azioni legali dal capo del personale, Gervasio Galiena, per una lettera ad alcuni parlamentari sui treni guidati da soli apprendisti e poi punito con una pesante sanzione disciplinare.
A Firenze Trenitalia non vuole riconoscere il capotreno, David Leoni, come Rls subentrante alla collega dimessasi già da quasi un anno. L'ostracismo aziendale contro di lui si è spinto fino a minacciarlo per una segnalazione all'Agenzia nazionale per la sicurezza e a richiedere alla sua Rsu addirittura di nominare un altro lavoratore non eletto, quasi che volesse scegliere essa stessa il nuovo Rls. Anche David l'8 aprile scorso ha ricevuto la ormai classica «diffida» che prelude a più pesanti misure disciplinari.
A Napoli il problema è stato risolto in anticipo dal Rls, che il 27 febbraio 2009 si è dimesso spontaneamente. A Milano il rappresentante per la sicurezza e macchinista Alessandro Pellegatta ha subìto una pesante sanzione disciplinare per la vertenza contro il macchinista unico; l'azienda si è accanita, per contrastare la sua difesa, trascinandolo in Tribunale a Roma con gli ulteriori oneri e i disagi conseguenti.
A Sulmona il macchinista Ruggero D'Acchille ha faticato per essere riconosciuto quale Rls, e l'azienda gli ha comminato, per una sorta di benvenuto, una sanzione disciplinare di 10 giorni di sospensione, il massimo prima del licenziamento. Credo sia profondamente ingiusto e «pericoloso» consentire a una azienda di attuare, l'annientamento dei delegati alla sicurezza e l'intimidazione nei confronti di tutti gli altri lavoratori. Solo il ruolo attivo dei ferrovieri può garantire treni più sicuri.
Gli Rls non possono e non vogliono essere né eroi né martiri, ma cittadini-lavoratori che per impegno e passione civile si dedicano al miglioramento delle condizioni di lavoro e al rispetto delle norme per tutelare l'integrità fisica e morale di ferrovieri, viaggiatori e cittadini. Ma solo a condizione che questo ruolo sia riconosciuto, supportato e tutelato dalle istituzioni. Se deve essere l'azienda a «cancellarci» e ridurci al silenzio con l'umiliazione e l'ansia di ritorsioni e licenziamenti, forse sarebbe meno cruento e più onesto farlo per legge con un emendamento che abroghi la figura del Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza nelle ferrovie.

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