L'Antitrust vuole la concorrenza sul costo del lavoro
Non vuole la clausola sociale e difende i predoni dei binari.
Sapevamo già che l'Autorità cosiddetta "Garante per la concorrenza" non fosse uno strumento di tutela per i cittadini e i lavoratori ma non pensavamo potesse mai scivolare verso una posizione così scandalosa.
È evidente che l'Anitrust è in balia della potente lobby delle aziende che hanno adocchiato il businness del trasporto ferroviario. Infatti non esita a scagliarsi contro i lavoratori negando che ogni settore merceologico debba avere un contratto specifico, proprio per evitare la concorrenza sulla loro pelle. È un intervento paradossale, in un momento delicatissimo per le ferrovie italiane e per tutti i lavoratori del settore, in cui l'emendamento concordato dal Governo (Bianchi e Letta) con i sindacati, per la clausola sociale, è oggi rimesso in forse a causa di contrasti nel Governo stesso. Solo a seguito di quell'impegno del Governo è stato revocato lo sciopero nazionale dei ferrovieri dello scorso 21 luglio. Col suo parere l'Antitrust sostiene - senza vergogna - che per farsi la concorrenza sui binari, le nuove compagnie ferroviarie devono avere la libertà di trattare i lavoratori come meglio credono, mentre un contratto unico glielo impedirebbe. Tutti sarebbero capaci a fare concorrenza pagando metà stipendi ai dipendenti: la concorrenza vera sui binari non ci potrà essere mai, e comunque, al contrario, essa si attua eventualmente con una migliore organizzazione, con l'innovazione e gli investimenti, non certo risparmiando sul costo del lavoro. Quella si che sarebbe concorrenza sleale!
La posizione dell'Antitrust è un attacco generale a tutti i lavoratori ed al concetto stesso di contratto collettivo nazionale; se passa per i ferrovieri l'idea che non debba esserci un contratto di riferimento potrebbe valere anche per gli edili, i metalmeccanici, i chimici e tutti gli altri.
FERROVIE: ANTITRUST, CONTRATTO LAVORO UNICO VIOLA CONCORRENZA. PER NUOVI OPERATORI TROPPO ONEROSO CONTRATTO ADDETTI TRENITALIA (ANSA) - ROMA, 23 NOV - Non garantisce la concorrenza l'eventuale imposizione alle nuove imprese ferroviarie di un contratto di lavoro unico 'nella sostanza molto simile a quello applicato dall'ex monopolista Trenitalia. A stigmatizzarlo è l'Autorità Antitrust nell'ultimo Bollettino, a proposito di un emendamento governativo, d'intesa con i sindacati, al Ddl liberalizzazioni e relativo all'applicazione del contratto nazionale del lavoro alle imprese ferroviarie che operano sul territorio nazionale.
'Per il rilascio e il mantenimento della licenza e del certificato di sicurezza - recita infatti l'emendamento oggetto delle osservazioni dell'Antitrust - è necessaria l'applicazione, da parte dell'impresa ferroviaria, del contratto collettivo nazionale per i lavoratori addetti al settore delle attività ferroviarie e dei servizi connessi, stipulato dalle organizzazione sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori comparabilmente più rappresentative a livello nazionale'. Così, per effetto di tale emendamento voluto dalle organizzazioni sindacali, le imprese ferroviarie, al fine di ottenere le necessarie autorizzazioni alla propria attività, dovrebbero applicare nei confronti dei dipendenti il contratto collettivo dei ferrovieri, il quale diventerebbe pertanto obbligatorio, osserva l'Autorità garante della concorrenza e del mercato. Soffermandosi sulle ricadute sull'aspetto concorrenziale del settore ferroviario, l'Antitrust rileva come 'la questione rivesta un'importanza cruciale per determinare il livello dei costi al quale potranno operare i concorrenti di Trenitalia, oltre che lo stesso operatore dominante. Del resto, l'imposizione per legge dell'adozione di un determinato tipo di contratto di lavoro, pena la decadenza dalla licenza e dal certificato di sicurezza indispensabili per operare come impresa ferroviaria, appare eventualmente più appropriata per i soli aspetti del contratto che producono effetti sulla sicurezza dei trasporti, piuttosto che anche a quelli meramente economicÌ. L'intervento dell'Autorità - la quale auspica che le sue osservazioni siano prese in considerazione nelle valutazione dell'emendamento - È dovuto al timore che la norma 'possa ridurre la concorrenza nel settore, appena liberalizzato, laddove risultasse idonea ad imporre ai nuovi entranti di pagare un fattore produttivo di primaria importanza quale il lavoro ad un prezzo simile a quello sopportato fino ad oggi solamente dall'ex monopolista, il quale tuttavia operava in assenza di qualsivoglia pressione competitivà.
'Suscita timori per le prospettive competitive del settore, la circostanza - ribadisce l'organismo di vigilanza - che il contratto unico eventualmente imposto alle imprese ferroviarie possa nella sostanza essere molto simile, in termini di costo complessivo del lavoro, a quello applicato dall'ex monopolista Trenitalia, non sembrando questa eventualità lo strumento più adeguato per garantire la tutela della concorrenza. Diversamente, un nuovo contratto nazionale sostanzialmente diverso da quello applicato dal gruppo Ferrovie dello Stato, lasciando più spazio alla contrattazione integrativa a livello aziendale, meglio si adatterebbe alle caratteristiche dei nuovi entranti ed alla nuova struttura del settore'.(ANSA).