Il caso del Lecce Roma “colpa” progetto ETR
“Paghiamo tutti il prezzo per i treni a “sangue blu”
Roma, 19 dicembre 2007 – “La responsabil ità principale del gravissimo ritardo con cui si è soccorso il treno Lecce-Roma è da attribuire principalmente a lla diversità dei sistemi di aggancio degli ETR da que lli degli altri treni ed anche tra di loro”. E’ quanto affermano in una nota i responsabili della storica rivi sta dei macchinisti italiani “ancora IN MARCIA!” riguardo al pesante disservizio subito dai viaggiatori dell’euros tar Lecce Roma la notte della scorsa domenica.
“Volevano fa rne dei treni con il “sangue blu” che non dovev ano agganciarsi con nessuno dei treni esistenti, e ci s ono riusciti, a danno però di tutti, viaggiatori e ferrovieri.
Questa scelta che mirava proprio a costituire i presupposti tecnici per una ferrovia di seria A ed una di serie B, indipendenti tra loro, continua a produrre i suoi frutti negativi. Infatti - proseguono i macchinisti - a seguito di un guasto che per i treni normali può risolversi in tempi standard, per gli ETR vi sono sempre problemi maggiori che, spesso, determinano situazioni paradossali: ogni volta che è necessario trainare un ETR diventa un’emergenza perché non si possono utilizzare le normali locomotive che si trovano in viaggio ma è necessario chiamarne una speciale con apposite attrezzature, complesse, poco affidabili e di difficile utilizzazione. Con una scelta progettuale che i ferrovieri tutti considerano miope e suicida, sugli ETR non sono stati montati i caratteristici “respingenti” quelli - specificano i macchinisti – che consentono l’aggancio rapido e sicuro e storicamente collaudato di tutte le locomotive e le carrozze tra loro. La situazione di domenica scorsa è stata ulteriormente aggravata dal fatto che il treno si trovava sul tratto ad
alta velocità della linea Roma Napoli, alimentato a 25. 000 volt invece che i normali 3.000 della rete nazionale. Tr eni dal “sangue blu” su linee a “sangue blu ” – concludono con ironia i macchinisti - devono fare i co nti con una ferrovia ed un parco macchine, “plebeo” ma sobrio affidabile e collaudato”.