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Altra sentenza contro l'uomo morto

Pubblicato il 17.08.06 - Fonte: http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=58922

I macchinisti lo chiamano "uomo morto". Ma il nome ufficiale è Vacma, acronimo che sta per il francese «Veille Automatique Control par Maintien d'Appui». In italiano: «Sistema di controllo automatico del mantenimento della vigilanza».

Si tratta di un pedale che il macchinista di un treno deve tenere sempre premuto e rilasciare per un attimo ogni 55 secondi per dimostrare di essere «sempre vigile». Insomma di non essere morto. Contro questo "sistema di controllo" introdotto sui treni italiani da qualche anno si battono da tempo i sindacati dei ferrovieri perché produce stress e soprattutto perché sarebbe controproducente: «Abbassa il livello di sicurezza della circolazione ferroviaria in quanto richiamando, ogni 55 secondi, l'attenzione del macchinista all’interno della cabina di guida, lo distoglie dalle segnalazioni, fondamentali per la sicurezza, che provengono dalla linea e comunque dall’esterno della cabina di guida» spiegano dall’Orsa. Per protestare conto il Vacma sono stati fatti anche diversi scioperi. A Dante De Angelis, ferroviere di Bologna, il Vacma è costato addirittura il posto di lavoro. Trenitalia infatti lo ha licenziato perché il 4 febbraio si rifiutò di guidare un Eurostar proprio per la presenza dell'"uomo morto". E nei giorni scorsi il ministero del Lavoro ha disposto l'apertura di un'indagine conoscitiva sul licenziamento di De Angelis. Fino ad oggi il pedale della discordia è rimasto comunque su molti treni del Belpaese. Le cose potrebbero però cambiare nei prossimi mesi. Qualche giorno fa infatti la Procura di Torino ha chiesto che il Vacma venga rimosso dai treni perché, come ha certificato la Asl cittadina, l'uso del Vacma è fronte di stress e quindi di insicurezza. Adesso anche il giudice del lavoro del tribunale di Firenze Giuseppe Muntoni ha stabilito che Trenitalia deve «adempiere agli accordi sindacali, in particolare quello del 25 gennaio del 2006», sottoscritti con il sindacato Orsa, con cui si era impegnata a procedere «alla progressiva disattivazione del dispositivo chiamato Vacma».
Nell'accordo del 25 gennaio 2006 si parla infatti di «progressiva disattivazione e di separazione del controllo della presenza e vigilanza» mentre, come scrive anche il giudice nel decreto, «l'azienda ha continuato a installare il Vacma su numerosi mezzi»: dall'ottobre 2005 al giugno 2006, nella divisione cargo, i locomotori con Scmt (Sistema di controllo e movimento treno) più Vacma sono passati da 315 a 473.

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