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Il Tar respinge il ricorso di Trenitalia sull’uomo morto

PRATO. È inammissibile il ricorso di Trenitalia contro la prescrizione notificata dall’Asl 4 di Prato alle ferrovie sull’utilizzo del sistema di sicurezza Vacma, detto anche “uomo morto”

Lo ha deciso in questi giorni il Tar presieduto da Giuseppe Di Nunzio. In pratica il Tar non è entrato nel merito della questione, ma ha semplicemente sostenuto che il ricorso era indirizzato al soggetto sbagliato, visto che il provvedimento impugnato non è di natura amministrativa ma penale, essendo un atto di polizia giudiziaria. Si tratta di un serio “avvertimento” inviato lo scorso 23 novembre dal procuratore capo Beniamino Deidda (nel frattempo nominato procuratore generale presso la Corte d’appello di Trieste) a Trenitalia, sulla scia di altre Procure (Livorno, La Spezia, Cagliari). In sostanza la magistratura sostiene che il dispositivo Vacma è alienante per i macchinisti, ripetitivo e dunque potenzialmente pericoloso.
Si tratta del sistema secondo il quale il macchinista deve sollevare il piede da un pedale ogni 55 secondi per comunicare che è in perfette condizioni fisiche. Da più parti il sistema è stato criticato perché, oltre a essere troppo monotono e ripetitivo, distoglie l’attenzione del macchinista da altre cose importanti, per esempio i segnali lungo la linea. Bocciato il ricorso di Trenitalia la questione torna nella sua sede naturale, cioè la trattativa tra Asl e Procura da una parte e Trenitalia dall’altra. L’azienda ferroviaria si era impegnata a presentare proposte migliorative entro il 20 gennaio e l’ha fatto nei giorni scorsi. L’Asl chiedeva la modifica o la sostituzione del Vacma; Trenitalia ha ventilato una modifica per allungare gli intervalli entro i quali il macchinista deve inviare il segnale di sicurezza. La Procura aveva concesso una proroga fino al 16 marzo a Trenitalia per modificare il sistema.
(fonte: il Tirreno)

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