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NTV: dalle origini ai (tristi) giorni nostri

Correva l’anno…

Correva l’anno 2006 e una nuova e ambiziosa realtà si affacciava sul panorama ferroviario italiano. La liberazione del mercato ferroviario dell’alta velocità, iniziata con la separazione tra gestore dell’infrastruttura, gestore delle stazioni e impresa ferroviaria, portava i “capitani coraggiosi” italiani a tentare l’assalto al monopolio FS per ritagliarsi una fetta di mercato dell’ordine del 4%.

Le organizzazioni sindacali venivano convocate per stabilire l’inquadramento professionale dei dipendenti ferroviari di questa nuova impresa. Il piano era ambizioso ma non privo di rischi: il primo treno non avrebbe circolato prima del 2012, il pareggio di bilancio si prevedeva nel 2014. I primi macchinisti e capitreno assunti iniziavano le aule e i tirocini su merci e imprese ferroviarie locali (Fer), mentre ex macchinisti Trenitalia effettuavano i collaudi dei nuovi AGV575 di Alstom. L’azienda era in fase embrionale e tutte le parti concordavano che non si poteva pretendere il trattamento economico previsto in Trenitalia e, genericamente, dal CCNL di settore. Veniva pertanto scritto un contratto aziendale, di chiara ispirazione al contratto ferroviario (rinnovato proprio in quel periodo), con la premessa di convergere quanto prima nel contratto di settore, sanando l’anomalia tra lavoratori.
Qualche dato: i macchinisti hanno un minimo tabellare di Eur 1691,00, i capitreno 1620,00, i “Train Specialist” (assimilabili ai cst) Eur 1585,00. La diaria di trasferta è un forfait di 28,00 per i macchinisti, 23 per i capitreno, 17 per i TS. Viene riconosciuto un buono pasto da 7,50€ per giornata lavorativa superiore alle 2 ore e 25 euro di rimborso spese per il riposo fuori residenza. Sull’orario di lavoro, le divergenze aumentano: l’azienda chiede massima flessibilità. La media oraria di 38 settimanali viene calcolata su base quadrimestrale (anziché mensile), il lavoro notturno viene considerato dalle 01:00 alle 05:00, domeniche e festivi vengono indennizzati con 18 euro, il lavoro straordinario viene pagato al 18% per la fascia giornaliera, 35% nella fascia notturna, 50% nei giorni festivi e viene calcolato al netto dell’orario effettivamente lavorato nei 3 periodi di riferimento da 646 ore e 668 ore e 30 minuti.


Poi però sull’orario di lavoro che si spacca il fronte: l’azienda chiede flessibilità oraria con punte in programmazione di 12 ore 5 volte al mese, 11 ore 8 volte al mese, 30 ore in riposo fuori residenza. OrSA abbandona il tavolo della trattativa. Le altre sigle concordano chiedendo all’azienda un “indennizzo” mensile per la flessibilità oraria, quantificato in 12 mensilità: 3300 euro lordi per i macchinisti, 2900 euro lordi per i capitreno, 1600 euro lordi per i Train Specialist. Si aggiunge un sistema premiante che sarà fondato (da accordi successivi) su valutazioni arbitrarie da parte dei responsabili e sul numero di volte che il dipendente si è assentato per malattia (oltre che sulla durata della malattia stessa).

Salvatore Pellecchia, Segretario Nazionale FIT-CISL, sul numero 10/2017 della rivista sindacale “La Voce” scrive che “la questione contrattuale va normalizzata in quanto non si può lasciare la libertà di scegliere il contratto di lavoro da applicare ai lavoratori”, e inoltre che “Il ccnl Attività ferroviarie esiste dal 2003 e con i rinnovi del 2012 e del 2016 si è adeguato alle necessità delle imprese ferroviarie presenti sul mercato. A breve si procederà a un ulteriore rinnovo ed essendo trascorsi ampiamente i periodi di “startup” non ci sono più alibi. Solleciteremo tutte le imprese, a partire da Ntv, a confluire, in tempi brevissimi, nel contratto di settore...” Questo succedeva a Ottobre 2017.

Il 29 Gennaio 2018, dopo aver incassato il no secco dell’azienda all’ipotesi di confluenza nel CCNL AF (pur avendo Ntv raggiunto e superato gli obiettivi di bilancio e preparando il terreno per la quotazione in Borsa), le sigle riunite proclamano uno sciopero di 8 ore, dalle 10 alle 18, il primo di una stagione di lotte per rivendicare i diritti dei FERROVIERI di Ntv. Come da sua abitudine, Ntv rigetta la richiesta dei sindacati di stabilire il numero di treni minimi da garantire e i sindacati diffidano l’azienda dall’effettuare comandi. Interviene l’autorità garante per ordinare all’azienda di procedere arbitrariamente. Vengono comandati il 50% dei servizi in nella fascia oraria dello sciopero. L’azienda riferisce che l’adesione a tale sciopero è stata dell’11%, inserendo nel computo i giovani neo assunti hostess e steward, anche interinali. In realtà, lo sciopero è un successo: in alcuni impianti aderisce il 100% del personale con abilitazione ferroviaria, sia viaggiante sia macchinista. I sindacati esprimono soddisfazione per l’esito della prima prova a cui hanno chiamato i lavoratori.

L’8 Febbraio 2018 il colpo di scena: dopo un CDA di 48 ore, Nuovo Trasporto Viaggiatori passa di mano, acquisita da Global Infrastructure. L’azienda viene pagata 1 miliardo. Gli azionisti ricevono dividendi per 11 milioni di euro. Tutta la dirigenza riceve ingenti somme (dell’ordine dei 50.000 euro a persona minimo) in cambio del lavoro di ristrutturazione aziendale. I sindacati sono disorientati. I lavoratori si aspettano di continuare la lotta per la confluenza nel CCNL, a maggior ragione a fronte dei soldi che stanno piovendo sulla parte alta della piramide gestionale di NTV. I sindacati tergiversano, quindi tornano ai tavoli, mantenendo l’assoluto riserbo sulla trattativa. OrSA non viene convocata, neppure a tavoli separati. Ufficialmente, non sta avvenendo alcuna contrattazione per il rinnovo, ma solo una “ricognizione” del vecchio contratto scaduto, che OrSA non ha firmato. Dopo mesi nei quali i sindacati incoraggiavano i lavoratori sostenendo che si stava raggiungendo una quadra nella trattativa, il giorno 6 maggio 2018, il Tribunale di Roma, IV Sezione Lavoro, col nr. di protocollo 11212/2018 condannava Italo SPA al pagamento di 3000 euro di multa per comportamento antisindacale, ordinando l’immediata convocazione della sigla al tavolo delle trattative, cosa che avveniva in sede separata rispetto alle altre OOSS.

OrSA viene pertanto a conoscenza dei testi oggetto di trattativa. Filtrano indiscrezioni. Il CCNL AF è lontano anni luce da quello che stanno esaminando. I lavoratori sono perplessi ma ancora fiduciosi, vogliono credere ai sindacati quando gli dicono che quello E’ il CCNL AF. Il giorno 13 luglio, intorno alle ore 12, CGIL, CISL E FAST firmano il nuovo Contratto Collettivo Aziendale dei Lavoratori. UGL ritira la firma, UIL ha già abbandonato il tavolo. Il giorno 16 OrSA, convocata per prendere visione del testo, lo rispedisce al mittente. I lavoratori leggono basiti le 68 pagine di quello che è, a tutti gli effetti una replica PEGGIORATIVA del vecchio contratto. Declaratorie professionali stravolte, Orario di lavoro confermato con tutte le flessibilità, Salario pareggiato col vecchio quando non, in certi casi, addirittura inferiore, con prospettive di miglioramento a 3 anni. Nessun impegno a convergere nel CCNL AF. Pellecchia esulta e rilascia interviste soddisfatte. Il gelo scende sugli operativi di NTV. In una settimana, devono leggere e confrontare i contratti, decidere e votare il referendum confermativo. Piovono disdette sulle sigle firmatarie. Di ieri la notizia che c’è qualche “refuso” che sarà corretto opportunamente nei prossimi giorni.

Messaggio per i colleghi ferrovieri italiani: i lavoratori di Italo vogliono guardarvi negli occhi. Faranno quanto in loro potere per impedire questo scempio, che spalancherebbe le porte all’abbattimento del potere contrattuale dei ferrovieri, all’atto del rinnovo prossimo del CCNL. Conoscete i nomi di chi ci e vi ha tradito. Vi chiediamo aiuto, perché contro un’azienda si può lottare a oltranza, ma contro i sindacati è una lotta impari. Cerchiamo di essere uniti. UNITI SI VINCE.

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