Incidente Tarragona: l'autista a 63 anni ancora al lavoro
UN COLPO DI SONNO LA PROBABILE CAUSA DELLLA STRAGE. A QUELL'ETA' SI DOVREBBE ESSERE IN PENSIONE
Roma, 22 marzo 2016 - Esprimiamo tutto il nostro cordoglio ai i familiari delle vittime del incidente stradale che ha visto coinvolto un autobus di giovani uiniversitari, avvenuto a Tarragona, in Spagna, nel quale hanno perso la vita 13 studentesse e numerose altre sono rimaste ferite. A quest'ultime va tutta la nostra solidarietà.
Non ci sono parole per descrivere la tristezza della morte assurda di così tante persone, di così tanti giovani.
Vogliamo però anche esprimere due parole
di vicinanza all’autista dell’autobus, nostro collega del settore dei trasporti, in quanto, anche se lui stesso ha ammesso di avere delle gravi responsabilità, pare a causa di un colpo di sonno, non si può accettare che un’indagine volta a ricercare le cause di un incidente di tali proporzioni si fermi alla constatazione del solito, facile da trovare, errore umano.
L’autista è stato immediatamente sottoposto ad accertamenti tossicologici, che sono risultati negativi. Quali sono dunque le cause di quel “colpo di sonno”, e quindi dell’incidente?
E’ troppo facile dire che “è stata colpa del conducente”, senza andare a verificare a quali carichi di lavoro il lavoratore è stato sottoposto abitualmente ed in particolare negli ultimi tempi, e della quantità e della qualità dei riposi dei quali ha potuto usufruire.
Noi sappiamo bene che i carichi di lavoro di chi guida, sia su strada che su ferrovia, previsti dai contratti in vigore, sono eccessivi, che i riposi non sono sufficienti, e che nonostante questo moltissime imprese chiedono o pretendono che oltrepassino anche questi limiti.
Dobbiamo inoltre far notare che questo autista, come è stato detto da tutti i mezzi di comunicazione, ha l’età di 63 anni. Non si può trascurare il fatto che dopo i 60 anni i tempi di recupero psicofisico siano molto superiori di quelli di un quarantenne. Un’indagine seria deve trovare le cause e rimuoverle affinché tragedie come questa non si ripetano! Questo è preciso compito dei governi, e quindi della politica! Come continuare a sostenere istituzioni che ritengono normale che persone di più di 60 anni, appesantite oltremodo da ritmi di lavoro dettati dalla logica di costi e profitti, conducano mezzi di trasporto su cui viaggiano i nostri figli, il nostro futuro?
E’normale che una persona di quest’età sia ancora al lavoro, con un incarico di tale responsabilità?
Anche in Italia qualcuno ha dichiarato che avere macchinisti di più di sessant’anni alla guida di treni non è un problema. Fa niente che, da soli, guidino treni che viaggiano a 300 all’ora, o abbiano la responsabilità di centinaia di pendolari o di carri che in moltissimi casi sono pieni di merci pericolose, che si trovino fino a 67 anni (per ora) ad alzarsi alle tre del mattino, stare fuori casa 12 ore, spesso senza la possibilità di mangiare o di espletare i normali bisogni fisiologici…
Stiamo anche da noi aspettando che capiti qualcosa di grave, per poi dire che si è trattato di un errore umano ?
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