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"Decretone" pensioni e reddito di cittadinanza, per i ferrovieri una beffa

LETTERA APERTA A GOVERNO E GOVERNANTI: "Caro Governo del Cambiamento, avete perso un’altra occasione".
 
Roma, 1 aprile 2019 - Nella tarda serata del 27 marzo scorso è stato approvato il cosiddetto “decretone“, una serie di norme per l’attuazione delle modifiche in materia di pensioni, reddito di cittadinanza e altro. Abbiamo, noi ferrovieri, sperato fino all’ultimo che gli emendamenti in esso presenti, volti a correggere l’ennesima infamia perpetrata ai danni del personale mobile, fossero approvati. Così non è stato. Continua l’accanimento  contro una categoria di lavoratori che nulla ha fatto per meritare ciò. Si trattava davvero di poca cosa, ma poteva essere un segnale. Caro Governo del Cambiamento, avete perso un’altra occasione.

Ricordiamo i fatti:

- Nel dicembre 2011 la legge Fornero innalzava l’età pensionabile ai lavoratori italiani, chi più chi meno. Ai Ferrovieri del Personale Mobile veniva innalzata di ben 9 ANNI, contro la media dei lavoratori italiani che è di  4, 5 anni o degli ARMONIZZATI (Polizia, Carabinieri  ma anche Ballerini e Calciatori) ai quali viene alzata di UN SOLO ANNO.

- Inizia la nostra lotta per ottenere semplicemente un adeguamento alle categorie simili. Arrivano i Governi Letta, Renzi, Gentiloni.  Si va avanti a forza di Emendamenti, Proposte di Legge, Disegni di Legge, ad opera delle opposizioni: Movimento 5 Stelle, Lega, UDC, ma non passa nulla. L’unica “caramellina” riesce a realizzarla il Governo Gentiloni, cioè individua 15 categorie di lavoratori (tra cui vengono inseriti i Macchinisti e il Personale di Bordo dei Treni) alle quali non si applica l’aumento dell’aspettativa di vita per cui la pensione si consegue con una contribuzione di 42 anni e 10 mesi (per le donne 41 anni e 10 mesi) senza aggiungere l’aumento di 5 mesi.

- Tale modifica sarebbe entrata in vigore dal 1° gennaio 2019, ma non abbiamo fatto i conti con il sopraggiunto Governo del Cambiamento che nei provvedimenti di modifica alla norma sull’età pensionabile estende il blocco dell’aumento dell’aspettativa di vita a tutti i lavoratori, ma inserisce l’obbligo della finestra di tre mesi. Cioè per tutti pensione anticipata bloccata a 42 anni e 10 mesi + tre mesi di finestra.

- Lo scandalo è che tale finestra viene estesa anche ai lavoratori “gravosi”…  che non l’avevano !! 

Cioè il Governo Gentiloni fa uno sconticino di 5 mesi a chi aveva avuto un aumento di 9 anni e il Governo del Cambiamento pensa che lo sconto di 5 mesi sia esagerato e lo riduce di tre mesi. "È questo il "cambiamento" tanto propagandato ?

Macchinisti capitreno e manovratori non si arrendono e continueranno a richiedere ciò che a loro spetta, ciò che è stato sottratto, ciò che è stato loro tante volte promesso.


Commenti   

 
0 #1 Giova 2019-04-11 14:56
Occorre precisare che i 3 mesi di finestra mobile non sono obbligatori, si riferiscono al rateo pensionistico , in pratica si matura il diritto di pensione dopo 42 aa e 10 mesi ,ma economicamente viene pagata 3 mesi dopo , per non rimanere 3 mesi senza pensione occorre quindi spostare di 3 mesi la data di dimissioni, è una presa in giro , e per noi gravosi una grande ingiustizia . saluti Giovanni
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+1 #2 ARCHIVIODIEGO 2019-05-10 21:27
E' una vera beffa per tutti i lavoratori gravosi, infermieri compresi. Questo governo, oltre alla flessibilità, cioè la possibilità di indebitarsi di più, richiesta all'Europa, ha elemosinato anche tre mesi di lavoro e contributi pensionistici in più ai lavoratori che , dopo 41 anni e 10 mesi se donne o 42 anni e 10 mesi se uomini, non possono più ottenere la decorrenza della pensione, cui avevano GIÀ' diritto prima del Decreto su reddito di cittadinanza e Quota 100.
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