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Pensioni: lettera aperta a Bombassei, che a 70 anni 'gioca' a fare il macchinista

Guidare un treno non è un gioco: è fatica e sacrificio. E le pensioni sono una cosa seria

Rispondiamo con una lettera aperta al vice presidente della Confindustria. Per difendere le posizioni dei 'padroni' sulle pensioni non esita a sminuire e banalizzare il lavoro di milioni di cittadini, Alberto Bombassei, vicepresidente di Confindustria, dichiara che - lui - a settant'anni potrebbe anche guidare un treno.

foto Bombassei

Gentile Alberto Bombassei,

è bello sapere che Lei mantiene ancora, a settant'anni, il desiderio infantile di guidare il treno. Ci dispiacerebbe scoprire che da bambino non ha giocato abbastanza con quelli finti. Perché guidare quelli veri è un bel lavoro ma dopo trent'anni di turni massacranti, rumori, vibrazioni, migliaia di ore di sonno perse, pasti saltati, amicizie ed affetti sacrificati, abbiamo il diritto, per la nostra salute e la sicurezza di tutti, ad una meritata pensione, ben prima dei settanta anni. Comprendiamo bene che dal Suo punto di vista - dopo una vita lavorativa vissuta sempre da posizioni di vertice, agiata e ricca di soddisfazioni e che l'ha aiutata senz'altro a mantenersi in buona salute - oggi possa avere la curiosità di 'giocare' a fare il macchinista: un lavoro che, nonostante tutto, mantiene intatto il suo fascino. Le scriviamo queste poche righe per dire che non è giusto e che sbaglia grossolanamente a sminuire la fatica e l'impegno di tutti i lavoratori italiani, banalizzando e scherzando sulla pensione a settanta anni per chi – a differenza di Lei - lavora in posizioni subalterne, condizioni faticose e salari da sopravvivenza. In ogni caso quando vorrà, ci troverà sempre disponibili a farLe provare l'ebrezza di guidare un treno: grazie alla Sua elevata posizione sociale non avrà certamente problemi a ricevere l'autorizzazione per 'giocare' qualche ora con noi.

I macchinisti della rivista 'ancora In Marcia !'


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