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FS: treno Frecciargento non frena, mancata strage nell'officina di Roma

TRENO FRECCIARGENTO

RIVEDERE PROCEDURE DI SICUREZZA E LA 'PERICOLOSA FRENESIA' NEI TEMPI DI LAVORAZIONE

Questa mattina intorno alle 8 e 30 un grave incidente nell'impianto manutenzione alta velocità di Roma, fortunatamente senza vittime.

Il treno ETR 460-22, frecciargento, durante le manovre all'interno dell'officina 'OMAV' di Roma S.Lorenzo, non ha frenato e, seppur a bassa velocità, ha sfondato il paraurti del binario 3 proseguendo la sua corsa all'interno di un padiglione adibito alla lavorazione filtri. Solo per fortuite circostanze casuali non ci sono state conseguenze per le persone ma solo grande spavento per gli operai e tecnici presenti, i quali hanno assistito impotenti alla scena. Dalle prime sommarie informazioni sembrerebbe che le cause sarebbero da ricercare nella sottovalutazione da parte di dirigenti della delicatezzaOMAV ROMA delle manovre interne e - presumibilmente - nella fretta imposta ai tecnici ed agli operai per effetture le riparazioni e nei continui solleciti ricevuti che non hanno consentito di attendere il tempo necessario a ripristinare la piena efficienza dei freni durante gli spostamenti in officina.  La zona dell'incidente - all'ingresso dei capannoni - e la sala filtri sono normalmente frequentate da moltissimi lavoratori. Questo incidente pone nuovamente in luce - e con urgenza - la necessità di rivedere le procedure di qualità e sicurezza ma anche i tempi ed i ritmi delle lavorazioni ai treni frecciargento oggi effettuati con 'pericolosa frenesia', assoggettandole a controlli più stringenti. Puntuale, dopo alcune ore, è arrivata la versione di Trenitalia che, pur confermando l'accaduto, lamenta che la nostra rivista avrebbe attaccato "in maniera pretestuosa Trenitalia, insinuando sospetti sul mancato rispetto delle norme di sicurezza, lanciando allarmi ingiustificati, minando l'immagine di un'azienda che ha sempre posto la sicurezza al centro di ogni sua attenzione". Nel comunicato l'azienda sostiene che le attività manutentive programmate erano tali "da poter essere agevolmente effettuate, senza richiedere alcuna 'frenesià' e che non è mai stata impartita alcuna indicazione o sollecitazione a tecnici e operai dell'Omav tali da indurli a trascurare le più elementari norme di sicurezza". La realtà che ci raccontano sia i colleghi dell'officina che i macchinisti non corrisponde a questa rappresentazione dei fatti, che purtroppo parlano da soli. Richiamare 'l'errore umano' è lo sport preferito di tutti i datori di lavoro che sono chiamati ad organizzare e controllare il lavoro per prevenire anche eventuali errori o disattenzioni dei lavoratori e garantire la massima sicurezza.  E' obbligo della dirigenza prendere nella massima considerazione questi 'precursori' per evitare che si verifichino incidenti più gravi. E' dovere degli Organismi di vigilanza imporre misure più severe per la tutela della sicurezza e valutare le eventuali responsabilità in capo al datore di lavoro. Roma, 10 novembre 2011

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