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Riassumete Sandro Giuliani

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Il 21 gennaio il capotreno Sandro Giuliani è stato assurdamente e ingiustamente licenziato solo perché si atteneva srupolosamente alla normativa d’esercizio come previsto dal punto 2.1 Disposizioni generali dalla stessa Circolare Divisionale 1/2009 emanata da Trenitalia, e osservando le cautele imposte dall’adozione di un elementare principio di precauzione in presenza delle segnalazioni dell’Impresa in materia di rischi sul lavoro.

Nel provvedimento di licenziamento per giusta causa non si fa menzione di nessun fatto specifico, ma si cita esclusivamente la perdita del rapporto di fiducia, una motivazione che dovrebbe essere invocata citando con chiarezza la colpa del dipendente. Non c’è nessuna relazione tra l’enormità del provvedimento e le accuse generiche e contraddittorie addebitate a Sandro.

E’ evidente l’intento dell’azienda di colpirne uno per terrorizzare tutti gli altri.
Non lasciamoci intimorire. Costruiamo da subito una mobilitazione per ottenere la riassunzione di Sandro.
Per organizzare le iniziative e una cassa di resistenza per le spese legali e per consentire a Sandro di avere un salario dignitoso è convocata una riunione aperta a tutti quanti sentano vicino a loro questo problema e vogliano collaborare.


Comitato lavoratori e lavoratrici per la riassunzione di Sandro Giuliani.

 

Il video che racconta la vicenda

SANDRO UNO DI NOI!
QUANDO RAPPORTO di FIDUCIA e REGOLAMENTI COLLIDONO

Sandro Giuliani, capotreno al TMR di Roma Tiburtina, viene licenziato da Trenitalia il 21 gennaio di quest’anno. Fine del rapporto di fiducia.Non è solo il dramma personale che si apre nella vicenda di uno che perde il lavoro, e che già per questo merita la nostra vicinanza: è molto di più. Sandro mette in luce una discrepanza nelle indicazioni di comportamento, tra l’accordo del 15.05.09 che introdurrebbe l’agente solo alla condotta e la presenza del capotreno in cabina disciplinata dalle Istruzioni ferroviarie. Ancora, nei mesi precedenti Sandro metteva al corrente del contrasto le superiori sedi di Trenitalia e chiedeva di sciogliere i dubbi. Senza risposta. Sandro informava che quindi si sarebbe attenuto alla gerarchia delle fonti giuridiche: la normativa di sicurezza prima di un accordo all’interno di un’impresa ferroviaria.
Quando l’azienda licenzia Sandro, licenzia dunque se stessa: una parte di essa comanda l’espulsione dal ciclo lavorativo di un’altra parte che è rimasta muta (e condiscendente agli interrogativi sollevati) di fronte alla contraddizione regolamentare. Quando le ragioni in campo non persuadono, la violenza del gigante aziendale si abbatte a spazzare via le fastidiose resistenze minute, che in realtà esso stesso ha generato, nel recepimento interno delle normative dell’autority. Il gigante mangia le proprie creature in un gesto folle, che nella barbara temperie odierna ha il solo senso della riaffermazione della catena di comando, a dispetto delle intelligenze, degli uomini, dei confronti. Dicono la stessa cosa le manifestazioni delle vite precarie (dai migranti agli studenti, dai ricercatori agli intermittenti del lavoro) espulse da prospettive di vita accettabili, e le vicende in Fiat, con l’imposizione degli accordi separati ed i licenziamenti di contorno.
Solidarizzando con Sandro difendiamo quelle prerogative che ci rendono intimamente umani, a respingere la torsione dei rapporti imposta di prepotenza nelle aziende e nel mondo.
Il Comitato per la Riassunzione di Sandro promuove assemblee nei posti di lavoro, per la diffusione e l’organizzazione del sostegno a questa giusta causa di lotta e resistenza. Ne parliamo.


Le foto dell'assemblea di Roma del 25 maggio 2011

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