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Precettazioni da impazzire

Il ministro dei trasporti Alessandro Bianchi passerà alla storia per il più inverecondo (e pericoloso) pasticcio mai combinato in fatto di precettazioni. E dire che qualche settimana fa il congresso del suo partito - il Pdci - aveva approvato un ordine del giorno decisamente pro-ferrovieri.


Naturalmente il testo è stato scritto dai soliti tecnocrati ministeriali, sempre al riparo dalle polemiche politiche (questo porta la firma del capo della segreteria tecnica, Giuseppe Mario Scali), ma è evidente che risale al ministro e al governo una decisione priva di fondamento e degna di un potere dittatoriale in stato confusionale. Andiamo però con ordine.
L' 11 maggio il ministro precetta ferrovieri, assistenti di volo Alitalia e tecnici Enav che avevano programmato una serie di scioperi tra il 18 e i121 del mese. Persino la cosiddetta «commissione di garanzia», fin qui una vera e propria commissione antisciopero, non aveva potuto riscontrare alcuna irregolarità. Il ministro però, dall'alto di un potere concepito come discrezionale e insindacabile, ha stabilito che gli scioperi andavano ridotti a 8 ore se previsti per una durata superiore e spostati di data in nome di un superiore «diritto alla mobilità costituzionalmente garantito». Giustamente il macchinista Dante De Angelis, delegato alla sicurezza ormai famoso, ha commentato: «La commissione a questo punto è un ente inutile». Presi dalla palese straordinarietà dell'evento, i tecnici hanno steso un testo così sconnesso da richiedere - a 48 ore di distanza - una precisazione: lo sciopero dei ferrovieri va fatto il 17. Obiezione sindacale: le agitazioni dalle 21 alle 21 del giorno successivo vanno sempre intese come impegnative del secondo giomo (non occorre essere esperti superpagati per capirlo). Segue nuova nota esplicativa, ieri: volevamo dire i118. Con buona pace del diritto «costituzionalmente garantito» di programmare i propri viaggi con un minimo di certezza.
Ci sarebbe solo da ridere, se con questo atto il governo non avesse stabilito un precedente che un futuro governo di destra non esiterà a ripetere. E dire che nemmeno il berlusconiano Pietro «tunnel» Lunardi aveva osato tanto...
In serata si è riunita la «cabina di regia», sindacati e ministero, per risolvere l'inghippo. Ma l'Assemblea dei ferrovieri - trasversale alle sigle - ha deciso di riprogrammare lo sciopero. Un diritto non lo si lascia in mano a un ministro.
Fonte: il Manifesto, 16 maggio 2007

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