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I delegati: sui treni ‘porte assassine'

Roma, 30 novembre 2007 – "Condannati per omicidio colposo tre alti dirigenti Fs per la morte di una viaggiatrice caduta da una porta, apertasi in corsa, perché priva di un sistema di sicurezza idoneo. Il numero abnorme di incidenti connessi alle porte dei treni ci obbliga a denunciare che esiste un vero e proprio fenomeno ‘porte assassine’ di cui restano vittime sia i viaggiatori che gli stessi ferrovieri, un fenomeno occultato nella sua gravità". E’ quanto rendono noto i delegati Rsu e Rls dell’Assemblea Nazionale dei Ferrovieri in relazione al processo, conclusosi ieri presso il Tribunale di Prato, per la morte di Teresa Sortino avvenuta il 16 luglio 2002.

"Michele Elia, oggi amministratore delegato di RFI, Emilio Maestrini responsabile sicurezza di Trenitalia e Fazio Caroti, responsabile certificazione, sono stati condannati per omicidio colposo – specificano i ferrovieri - per non aver attuato le necessarie misure di sicurezza e per aver certificato apparecchiature risultate inidonee a garantire la sicurezza al materiale rotabile ferroviario, secondo le norme vigenti; in particolare per la mancanza di un circuito di riserva o di un allarme che segnalasse il grave guasto. Questo fenomeno a nostro parere, obbliga tutti ad adottare misure straordinarie per la tutela di viaggiatori, e stessi ferrovieri ed a rivedere le leggi, i regolamenti, le tecnologie e l’organizzazione delle FS. Facciamo appello al mondo politico affinché non lasci cadere nel vuoto questo allarme per la sicurezza collettiva". Sono infatti centinaia, solo negli ultimi due anni, i casi di infortunio, di mutilazione e di morte di utenti e lavoratori correlati al cattivo funzionamento delle porte. "Su molti di questi episodi sta indagando la magistratura e speriamo che la sentenza del Tribunale di Prato - sottolineano i delegati – apra una nuova sensibilità e metta finalmente in luce la necessità di rispettare anche sui treni le comuni norme di “buona tecnica” e l’obbligo da parte del ministero dei trasporti e degli organismi di controllo di mettere sotto stretta osservazione le FS".
I Delegati RSU/RLS dell’Assemblea Nazionale dei Ferrovieri

 


Porte assassine: condannati Maestrini (Trenitalia) e Elia (RFI).
"Donna cadde dal treno in corsa: colpevoli i funzionari delle Ferrovie.
PRATO. La porta dell'espresso Venezia-Palermo doveva bloccarsi col treno in movimento, ma così non fu, una donna morì cadendo dal convoglio e la colpa è di Trenitalia e Rete ferroviaria italiana, le due società che gestiscono treni e rotaie. Lo ha stabilito il giudice Anna Primavera, che ieri ha condannato tre alti dirigenti delle due società a un anno e quattro mesi di reclusione (pena indultata) per omicidio colposo e il mancato rispetto di alcune norme di sicurezza. A risponderne sono stati chiamati Emilio Maestrini, 55 anni, dirigente dell'Unità tecnologie del materiale rotabile di Trenitalia, il pisano Fazio Caroti, 61 anni, direttore della certificazione di sicurezza di Rfi, e Michele Elia, 61 anni, responsabile della direzione tecnica di Rfi.
La condanna non avrà effetti pratici su di loro, ma potrebbe obbligare Trenitalia e Rfi a installare sistemi di sicurezza più efficaci sui treni. Il guasto che costò la vita a Teresa Sortino, 59 anni, originaria di Caltagirone, nella notte del 16 luglio 2002 all'interno della galleria della Direttissima tra Vernio e San Benedetto Val di Sambro, non può essere liquidato come una casualità. Si ruppe un congegno detto "ruota fonica", che dovrebbe bloccare le porte del treno oltre la velocità di 5 chilometri orari. Invece la porta del vagone sul quale viaggiava Teresa Sortino si aprì, la donna cadde e morì sul colpo. Gli altri passeggeri diedero l'allarme e ci vollero tre mesi, grazie anche alla trasmissione "Chi l'ha visto?", per dare un nome alla vittima. I tecnici del Dipartimento di prevenzione dell'Asl 4 sco­prirono che il sistema era rotto e che sull'espresso Venezia-Palermo non c'era nemmeno una spia che avvertisse il macchinista del guasto. Ma nel corso del processo è emerso che questo tipo di guasto si era verificato la bellezza di 847 volte, solo nel 2002, sui tratti gestiti da Rete Ferroviaria Ftaliana.
La Procura, ieri rappresentata dal pubblico ministero Roberta Pieri, ha sostenuto che Trenitalia e Rfi avrebbero dovuto installare un sistema "ridondante", nel senso che avrebbero dovuto esserci almeno due dispositivi per avvertire il macchinista del guasto. Una tesi fortemente conte­stata dagli avvocati dei tre imputati con varie argomentazioni, tra cui quella che un simile intervento costerebbe troppo.
A Maestrini, Caroti ed Elia è stato contestato, oltre all'omicidio colposo, il mancato rispetto della legge 626, una circolare interna di Trenitalia (sulla necessità della spia che segnala il guasto) e una direttiva europea, la 1050, che obbliga a fare una stima del rischio. Sul perché Teresa Sortino sia caduta dal treno (incidente o suicidio) nessuno potrà dare una risposta. Sul fatto che non dovesse cadere (volente o nolente) una risposta l'ha data ieri il giudice, stabilendo che il sistema era troppo rischioso e che Trenitalia e Rfi avrebbero dovuto saperlo e provvedere di conseguenza."
(fonte: Il Tirreno. Scarica, in originale, questo articolo ed un altro apparso su "La Nazione")


Crediamo sia necessario che tutti ci impegnino ad adottare iniziative per modificare e migliorare la sicurezza connessa all'uso delle porte dei treni.
Mettiamo in comune tutte le idee! Ciao, Dante De Angelis

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