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Investimento di persone sui binari, lettera al Presidente

Un aspetto che ancora non avevamo valutato ma che indubbiamente contribuisce ad alzare molto il livello di stress a cui è sottoposto l'equipaggio treno: l'INVESTIMENTO di persone sui binari.

Un fenomeno molto frequente certamente tragico per le vittime ed i loro familiari ma anche per i ferrovieri casualmente coinvolti.

Calcoliamo che almeno l'80% del personale

mobile è incorso almeno una volta in un episodio simile. i contraccolpi psicologici variano con l'età e con il carattere oltre che con la dinamica e non di rado portano a inidoneità definitiva con gravi conseguenze per il lavoratore ma anche per la sua famiglia.

Il 20 dicembre scorso è accaduto al macchinista Marco Crociati che ha scritto, per "ancora In Marcia", la seguente lettera al Presidente della Repubblica.

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AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA, SERGIO MATTARELLA

"Signor Presidente,

chi Le scrive, lo scorso 20 dicembre ha ucciso un uomo lavorando: aveva poggiato il collo sulla rotaia in attesa che io passassi guidando un  treno nella stazione di Roma Nomentana.

Per me è stata la seconda volta e credo che l'80% dei macchinisti abbia avuto almeno un episodio di questo tipo. Si passano alcune ore di intenso stress che tolgono anni di vita, condizionano il tuo modo di lavorare, per anni, rendendolo sicuramente più "faticoso".

A questo si aggiunga lo stress di venire indagati con quel che ne consegue: atti giudiziari che arrivano a casa, contatti con avvocati,  tutte cose che coinvolgono anche la famiglia condizionandone l'armonia.

Signor Presidente,

chi Le scrive, lo ha già fatto lo scorso 9 febbraio 2015, per chiedere un Suo intervento atto a correggere una palese ingiustizia: l’errore contenuto nell’art.24 comma 18 della Legge Fornero (erroneo utilizzo della parola “articolo” anziché “comma” ) a causa del quale l’età pensionabile del personale mobile delle ferrovie è stato aumentato di ben nove anni, unico caso al mondo.

Prima di allora, questa categoria di ferrovieri andava in pensione all’età di 58 anni e, si badi bene, non per un privilegio di casta,  ma per il riconoscimento al disagio e all’usura che la salute e la vita sociale di questi lavoratori ha sempre subìto e ancora subisce durante l’intera loro vita.

Probabilmente anche per una tutela nei confronti dell’utenza, tenuto conto di  quale possa essere la garanzia che, in materia di sicurezza pubblica, dei lavoratori anziani possano offrire all’utenza ferroviaria soprattutto in caso di emergenza.

Forse Lei non è a conoscenza che l’aspettativa di vita dei macchinisti sia di 64,5 anni  e siamo certi che Lei sia d’accordo col fatto che pretendere che chi è stato spremuto notte e giorno, ha mangiato quando e dove ha potuto, ha sacrificato amici, famiglia e salute, vada in pensione a 67 anni , sia indegno di un Paese europeo, di un Paese civile, di un Paese la cui Costituzione definisca il diritto alla salute come l’unico “fondamentale”,  essendo il presupposto del godimento di tutti gli altri.

Signor Presidente,

in occasione del recente  scambio di auguri con i rappresentanti delle istituzioni, Lei ha giustamente voluto ricordare che “Sono di importanza primaria la trasparenza, la correttezza e l’etica".

Tali requisiti sono infatti le basi irrinunciabili ed insostituibili di un Governo ed un Parlamento che intendano garantire una credibilità all’interno di un Paese.

Oggi, a causa di un banale errore contenuto nella legge Fornero, che lo stesso Parlamento ha formalmente  riconosciuto nei propri atti,  ma anche volontariamente ignorato coi governi Letta e Renzi, noi lavoratori e le nostre famiglie subiamo questa grave ingiustizia.

Siamo dunque a rivolgerci a Lei come garante di tutti i cittadini e della correttezza delle nostre Istituzioni affinché intervenga sul nostro caso per restituirci ciò che dovrebbe semplicemente essere già nostro, non elemosinato, avendolo sudato col garantire la mobilità altrui senza mai obiettare nulla davanti alla pioggia, al freddo, al sonno, alla fame, all’impossibilità di essere presenti alle feste coi propri cari.

Solo Lei può restituirci quanto ci è stato finora ingiustamente negato senza una spiegazione.

Con l’occasione Le auguriamo un felice anno nuovo.

Per l'associazione "In Marcia": Marco Crociati.

30 dicembre 2015


Commenti   

 
0 #1 comAntonio 2016-01-22 16:15
Di tutto il contesto pensionistico messo a punto dal governo Monti/ Fornero, è stato solo dichiarato anticostituzion ale il blocco degli aumenti istat per le pensioni più ricche.Che poi noi dalla sera alla mattina ci ritroviamo a lavorare 9 anni in più è costituzionalissimo.
La casta protegge solo se stessa.
Antonio
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+1 #2 Demetrio 2016-03-16 20:13
Anche io ,purtroppo, ho vissuto la stessa esperienza. Proporrei , se legalmente e' possibile, un ricorso alla Corte di Giustizia Europea con un minimo contributo di tutta la categoria. La palese ingiustizia deve essere sanata al piu' presto possibile.
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0 #3 Gianky60 2016-03-19 06:15
Ma cosa volete che importi ai nostri governanti della nostra situazione. Anzi meglio, pensioni in meno da pagare, tanto loro stanno bene con stipendi e pensioni da nababbo, stando comodamente seduti dietro una scrivania. Spero si passino la mano sulla coscienza e ci ridanno quello che ci spetta.
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